Premetto: non entro nel merito della questione, se no sclero. Primo. E secondo, non ne esco più. Allora, in linea di massima sappiamo tutti che in Italia - sottolineo in linea di massima - ci sono sempre state due scuole di pensiero per quanto riguarda la cottura della trippa. C’è chi preferisce soffriggerla direttamente e poi c’è una minoranza - nutrita, ma comunque una minoranza - che prima la fa sbollentare un po’ in acqua. Ora, non voglio sollevare polemiche perciò mi limito a dire che soffriggerla direttamente mi sembra proprio una gran cazzata, scusate, e non è per fare del qualunquismo, però un po’ va sbollentata se no rimane mezza cruda. Non tanto, ma un minimo sì.
Diciamo venti minuti, a titolo indicativo.
7 commenti:
A proposito di trippa ti posso dire che i tuoi pescetti seguono il cursore ma se sei davvero abile ce n'è uno che dopo un po' vomita!
Lo chiamerò Bardo.
qualcuno di voi potrebbe pensare a cose un po' più serie...gianni ho saputo che ti sei fatto la morosa, è vero? lei lo sa?
Gusella, tu pensa alla trippa e a come si cucina, comunque sappi che oramai tutti la sfumano con un po' d'acqua e i più virtuosi ci buttano anche un pò di vino, la rende leggermente pungente, una goduria!
Attento ragazzo, non barare. Ti vedo.
Caro C, i pescetti non sono roba mia, comunque hai detto bene: quello che vomita è proprio Bardo!
Nonostante l'anonimato che imperversa da anni nei commenti di questo blog, immaginavo che "C" fossi tu. E' sempre un grande onore. Che si dice al mare? Sporzionavano?
Caro Guss, ho visto pochi giorni fa la ciornia che si è lanciato in un remember nostalgico dei bei vecchi tempi in cui vi capivate con uno sguardo....bello ed imbarazzante allo stesso tempo...ricordo che succedeva lo stesso a Bardo con il pino sotto la "z"... comunque tutto bene quagliò...
Eh sì, gran bei tempi. Comunque vedrai che entro settembre anche voi vi capirete con uno sguuardo e tu imparerai ad ordinare spaghetti cotti ardenti e vino Wurztraliner. Ne sono certo.
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