E' un caldo abnorme, per cui oggi sono tutti al mare a Caparica tranne me che devo lavorare. Dovrei.
Qui nella sala studio il condizionatore sta pompando aria fredda a manetta, intanto che mi prendo una paresi al collo vi racconto una cosa.
Ieri, in perfetto accordo con i tempi lunghi portoghesi, per stare sul sicuro siamo tornati dal mare alle 11 di sera. Doccia e metropolitana, verso mezzanotte siamo in Alfama. Usciti dalla stazione giriamo a destra e c'è un ragazzo che ci aspetta davanti a un portone scassato. E' Joseba, il basco.
Ci fa strada, iniziamo a salire una scala di legno pericolante, al buio. C'è un tizio alla porta che vuole entrare ma ci inventiamo che dev'essere accompagnato da almeno una ragazza e quindi se ne va. Dopo tre piani entriamo in una parte del palazzo dove ci sono i lavori, una betoniera, dei mattoni e dei pezzi di ferro. Sempre buio, altra scala. Si inizia a sentire la musica.
E finalmente arriviamo in un giardino, nella casa dei ragazzi portoghesi, molto accogliente. Fiaccole, dj, una vasca di sangria deliziosa (ho la ricetta), chitarre sparse un po' in giro, due frigo pieni di birra. E quando dico vasca, è vasca.
Salutiamo gli altri di casa nostra che sono già lì. La festa procede, entra nel vivo e non so a che ora (le quattro) il dj e un amico prendono la chitarra e iniziano a suonare Sweet child of mine. All'assolo ero in lacrime. Questo succedeva alle quattro e qualcosa di notte, in centro, all'aperto. Ma questa volta non è arrivata la polizia quindi tutto bene.
A questo punto, mi sono chiesto perchè eravamo lì (visto che nessuno di noi conosceva i portoghesi) e ho domandato a Federica chi è che conosceva chi.
Fede, ma chi è che conosce i portoghesi?
Io.
E come?
E' perchè tre anni fa studiavo a Milano e vivevo con due ragazze spagnole.
E quindi?
Cioè... erano Erasmus... e una l'anno dopo è andata a fare un master in criminologia a Madrid. E viveva con Miguel.
Chi è Miguel?
Miguel, l'amico di Marco. In pratica è Marco che quando ha saputo che ero qui a Lisbona ha chiesto il mio numero a Mary.
Mary chi?
Mary... quella del Master.
Ah ok, quindi alla fine ti ha chiamato Marco!
Esattamente.
... ... ...
... ... ...
E Marco chi è?
Non so.
Sempre vostro,
Guss