Questo blog si è trasferito all'indirizzo
cosefritte.blogspot.com

giovedì 23 dicembre 2010

Un simpatico burlone.


In questi giorni ho pubblicato sul blog un breve racconto. Senza pretese, era un esercizio di scrittura, come al solito. Ieri fra i commenti trovo alcuni messaggi che dicono che la storia fa schifo. Per prima cosa li ho censurati, la regola di questo blog è che i commenti negativi e gli insulti vengono tollerati solamente in un caso: se sono rivolti alla sorella di Pistu. Poi però ho pensato che, siccome in cinque o sei persone erano dello stesso parere, forse il racconto andava leggermente rivisto. Quindi l'ho cancellato.
Alla sera mi telefona qualcuno. Non ne farò il nome, per mantenerlo in anonimato. Lo indicherò semplicemente con un nome di fantasia, "il simpatico burlone", però voglio riportare per intero la conversazione che abbiamo avuto, senza tagli. Mi chiama e s'incazza perchè ho eliminato i suoi commenti. «Ah, quindi erano tutti tuoi?» «Sì.» «Tutti?» «Sì.» «Sei un cretino.» «Eh ma.... era da un po' che non scrivevo niente.» «Anche quello firmato Sara M.?» «Sì.» «Sei un coglione. Almeno non ti firmare coi nomi degli altri!» «E tu sei come Emilio Fede! Non puoi censurare i miei commenti!» «Sì che posso. Questo blog non contempla il concetto di democrazia. E comunque, se non ti piace quello che scrivo puoi tranquillamente non leggere.» «Infatti.» «Cioè, non l'hai letto?» «No, solo l'ultima parte» «Gianni, sei proprio un cazzone.» Fine della telefonata.

Perciò, siccome il racconto è già scritto, credo che gli darò una sistemata e poi lo pubblicherò riveduto e corretto, con gli altri due che fanno parte di una trilogia sui colloqui di lavoro.

Messaggio per il simpatico burlone: per il momento ti farò il favore di mantenere il segreto sulla tua identità, c'è ancora qualcuno che ti crede una persona normale. Io però so chi sei, ti tengo d'occhio.

giovedì 16 dicembre 2010

Fall in love riconoscere che siete miei.

"Il sonno della ragione genera mostri", diceva Francisco Goya. Ma anche gli strumenti per le lingue di Google non scherzano. Qui di seguito, Mienteme bien di Concha Buika, nella magistrale traduzione di Google Translator.



Concha Buika - Mienteme bien

Si me mientes susurrando a fuego lento
Justo aquí bien pegadita a mi boca
No sabré si golpearte con mis pechos
O si dejarme arrastrar noche abajo de nuevo
hacia otra madrugada bohemia.

Reconozco que me enloquecen tus carnes
Reconoce que te enamoran las mías,
Así que si me mientes casi dentro de mi boca
Te regalo el resto de mis días.

Y es que hay mentiras que sientan tan bien
Que parecen verdades ocultas
Con secretos que endulzan la hiel
De las noches más tremendas y más oscuras

Así que si me mientes
Miénteme bien.
Porque hoy quiero engañarme de nuevo,
Ya no reino en esas noches orgullosas
en las que acabo amaneciendo triste y sola.

mercoledì 15 dicembre 2010

venerdì 10 dicembre 2010

La bambina cinese.

La bambina cinese che prende le ordinazioni di cibo cinese al ristorante cinese di via Oderisi da Gubbio a Roma, da alcuni qualificata più sbrigativamente come la figlia del ristorante cinese (i ristoranti cinesi hanno questa usanza di accoppiarsi fra di loro), senza dubbio non è consapevole che la sua persona rappresenta una pesante incoerenza all'interno del locale dei suoi genitori, se sono i suoi genitori quei tizi che ogni tanto si affacciano al pass della cucina per prendere le comande. Se è vero ciò che si dice, che in Italia i cinesi non muoiono ma verranno rimpiazzati in una specie di loop da altri connazionali, fino alla fine dei tempi, allora magari non sono neanche i suoi genitori ma sono così uguali a tutti gli altri genitori cinesi che non se ne è accorta neanche lei.
La minuscola bettola si presenta ad una prima occhiata stilisticamente in linea con tutte le altre bettole cinesi di minuscole dimensioni, una serie di cianfrusaglie ne formano lo stile inconfondibilmente kitsch: televisore vintage a tubo catodico (o televisore LCD di pessima qualità, una recente alternativa), che trasmette a ciclo continuo le migliori prestazioni olimpioniche degli atleti della Repubblica Popolare e i grandi classici del rock inglese di tutti i tempi tradotti senza pietà in lingua mandarina (Yesterday si pronuncia “Zuótiān”). Per la gioia degli occhi l'ambiente è arricchito da una varietà multicolore di addobbi natalizi e festoni di ricorrenze passate, arazzi e quadri enormi che nascono direttamente in Cina con la cornice bianca smaltata, quindici centimetri di spessore, decorazioni a vetro finta dinastia Ming - draghi su sfondo di montagne innevate, nuvole sottili, stagno in primo piano con carpe Koi a pelo dell'acqua e ninfee -, soffitto illuminato, acquario, pesci, portatovaglioli. Digressione: essendo la facciata del ristorante minuscola come tutto il resto, ed essendo il ristorante privo di insegna ed ubicato a fianco di un elettrauto, alcuni passanti distratti avranno pensato “questo elettrauto è proprio un burlone” oppure “è un provocatore” o più semplicemente “che cazzo ci fa un elettrauto con le lanterne rosse all'ingresso?”, fine della digressione.
Torniamo alla bambina che spunta dietro al mobiletto di legno, che è poco più alta del registratore di cassa e che nel nostro breve racconto si sta per tramutare in un mostro. Ma finché non parla, potrebbe fare tenerezza. Ciao – il cliente scandisce bene le parole perché si tratta di una bimba, e in più cinese - mi fai un involtino primavera, un raviolo al vapore e un riso alla cantonese, per favore. Ed ecco che la bambina risponde, trasformandosi in un mostro nell'istante preciso in cui apre la bocca: che l'invortino lo voi subbito?? Er raviolo, de carne o de pesce?! Per il riso, te tocca aspetta' na ventina de minuti... A' Maaaaa!!! A' famme n'invortinooo!

A questo punto della conversazione il cliente si sentirà come Padre Dyer quando ne L'esorcista la bambina posseduta cambia la voce per la prima volta. Se il cliente è un estimatore della cucina, della ristorazione cinese e delle cose fritte in generale probabilmente inorridirà, se è un amante della coerenza anche, perché quell'intrusione prepotente dell'elemento di borgata ha distrutto un equilibrio perfetto, se è un linguista noterà che la sorte ha usato la solita ironia se ha scambiato un cinese con un romano - il primo pronunciando tutte le “R” come “L” e il secondo facendo esattamente il contrario, in una confusione reciproca di consonanti liquide -, se è uno di quelli che ha pensato che l'elettrauto fosse un provocatore lo penserà anche della bambina, se è cieco crederà di avere sbagliato ristorante. Se invece è Padre Dyer oppure è semplicemente uno che ha fame, non ci farà molto caso.
Si siederà al tavolo, chiedendosi perché quel tizio in tv stia biascicando qualcosa che assomiglia vagamente a una canzone di Tom Waits. Vagamente. Ma no, è impossibile. Si ricorderà della voce di Tom Waits, che suona come se l'avessero tenuta sepolta per dieci anni in una grotta a fumare catrame e a mangiare dei sacchi di terra. Questo tizio invece ha una vocina... Certo che... però, sembra proprio quella canzone... Ma no dai... Che sciocchezze, Tom Waits in mandarino, figuriamoci...